L’uso reiterativo del termine Società Civile durante questo periodo di campagna elettorale mi ha spinto, nel mio piccolo, a rivedere un po’ la storia di questo concetto in sincronia con quello di Opinione Pubblica.
Punto di partenza per questa breve trattazione è la distinzione pubblico e privato.
Trattasi di categorie che affondo le radici nella polis greca.
La sfera della polis, quella cioè comune ai cittadini koinon era separata dalla sfera domestica dell‘oikos , propria di ogni singolo l’idion. Il carattere pubblico della bios politikòs si costituiva nella lexis e nella praxis cioè nel dialogo e nell‘agire comune. Nella polis tutti i cittadini liberi si trattavano fra eguali , ma ognuno si sforzava comunque di emergere.
Con la nascita dello Stato Moderno, alla corte si sostituisce l alla sfera del potere pubblico che si oggettiva in un’amministrazione stabile e permanente, nel traffico di merci ed informazioni, in un esercito permanente. A questa si contrappone la sfera dei privati cioè i destinatari del pubblico potere. Come filo all’autorità si costituisce la società dei cittadini, appunto la società civile.
Il tema dell’ambito pubblico moderno, rispetto a quello antico, si sposta dai compiti propriamente politici di una cittadinanza che agisce comunitariamente a compiti prevalentemente civili. Così i borghesi assumendo nell’elemento pubblico la funzione politica cercano di disciplinare la società civile in contrapposizione alla “cosa pubblica“.
Questa sfera pubblica con funzione politiche appare per la prima volta nell’Inghilterra del XVIII secolo ed in Francia un secolo dopo intendendo per questa Opinione che si forma a seguito di uno scambio di educazione e comunicazione fra il pubblico, risultato della riflessione su fondamenti dell’ordine sociale.
Scorrendo nel tempo e tralasciando in questa sede autori come Locke, Hegel e Marx, pare calzante per la società odierna la concezione della sfera pubblica nella visione liberale di Alex de Tocqueville e John Mill.
Illuminanti questi estratti.
“…la vita politica si svolge là dove non dovrebbe ed ha cessato di esistere là dove ci si aspetterebbe di incontrarla , secondo la legge. Perchè succede questo? Succede, perchè le leggi hanno limitato l’esercizio di tutti i diritti politici ad una sola classe…” (A. de Tocqueville,Una rivoluzione fallita, ricordi del 1848-49)
Per Mill:
“le questioni politiche non devono essere incise con un appello diretto o indiretto all’intelligenza o alla volontà di una folla non istruita, ma soltanto con le vedute ponderate e competenti di un numero relativamente piccolo di persone particolarmente educate a questa funzione” (J.Mill, Bentham).
Pertanto secondo quest’ultima visione deve essere la società civile, i privati cittadini istruiti e potenti che devono formare l’èlite ed il loro ragionamento deve orientare l’opinione pubblica che tendeva già a metà Ottocento a essere più “massa”.
Con l’avvento della Società industriale l’opinione pubblica diventa manipolativa nei confronti della società civile, la quale tende a ricevere immagini e stereotipi frutto della cultura di massa che non tende ad affinare l’individuo come la cultura, ma tende a far regredire. L’Opinione pubblica già per i liberali del XIX secolo rappresentava un problema, un’opinione di massa non sviluppata attraverso armonici processi culturali e comunicativi.
Anche oggi un’opinione pubblica sana potrà crearsi solo attraverso una pubblicità critica, inteso come razionale esercizio fra potere sociale e politico, fra l’opinione della società civile e quelle istituzionali. Una società civile che in termini attuali possa essere in armonia con il riconoscimento di quei diritti sociali fondamentali che Kant definì innati.
Argomentazione che prende come punto di riferimento “storia e critica dell’opinione pubblica di J.Habermas oltre che mie piccole considerazioni.